Acqua minerale naturale e acqua filtrata: come muoversi?
Origini differenti e la storia dell’acqua
Le acque minerali naturali e le acque filtrate seppure sicuramente migliori come qualità rispetto all’acqua potabile del rubinetto proveniente dagli acquedotti pubblici statali, regionali, provinciali, tuttavia sono l’una nettamente differente dall’altra: per origine, per caratteristiche, per garanzia di sicurezza.
L’acqua minerale naturale anche se ha un’origine diversa, deve provenire da falde sotterranee che si aggirano sui 100 m di profondità e quindi da sorgenti incontaminate e pure a livello microbiologico. La composizione di queste acque, è differente caso per caso, variabili sono infatti: la durata della permanenza dell’acqua nella falda, le rocce presenti, gli eventuali gas, la temperatura sotterranea. Le acque minerali naturali per essere tali devono essere classificate dal Ministero della Salute. Questo ente pubblico, se l’acqua rispetta come detta la legge: le norme di purezza, l’imbottigliamento alla sorgente e la costanza delle caratteristiche, la provenienza sotterranea e se non viene in alcun modo trattata; procede con l’analisi del profilo fisico-chimico, geologico, microbiologico e la indica come Acqua Minerale Naturale e può essere messa in commercio.
L’acqua filtrata
L’acqua filtrata non è un acqua che viene presa direttamente dal territorio, ma si tratta di trattare la comune acqua mediante l’uso di apparecchiature apposite o di caraffe filtranti con varie metodologie, come possono essere l’osmosi inversa, i filtri al carbone attivo e la struttura composita. Questi filtri sono utilizzati quindi per trattare l’acqua che viene erogata dal rubinetto di casa, cioè quella distribuita dall’acquedotto cittadino e destinata al consumo umano. In commercio sono disponibili diversi apparecchi per filtrare l’acqua: vi sono quelli domestici, come le diffuse caraffe filtranti, e i metodi più professionali, ovvero macchine installate nei servizi pubblici (bar e ristoranti) o quelle comunali installate nelle cosiddette “case dell’acqua”. I filtri utilizzati da questi apparecchi possono modificare il colore, la limpidezza, la trasparenza, le proprietà e il sapore dell’acqua classica da rubinetto.
Livelli di sicurezza totalmente differenti
L’acqua minerale naturale viene sottoposta a controlli frequenti e deve rispettare parametri davvero molto rigidi, mantenendo purezza e proprietà chimiche costanti nel tempo. La norma legale stabilisce che i controlli sull’acqua debbano essere fatti in tutte le diverse fasi del percorso che l’acqua fa, dalla sorgente al punto vendita, secondo delle modalità precise e con poca possibilità di variabili da parte dell’Autorità Sanitaria. Quest’ultima effettua verifiche secondo le tempistiche stabilite dalla legge, tuttavia di solito è l’azienda stessa che, con un Sistema di Autocontrollo interno, si preoccupa in prima persona di monitorare con continue analisi la qualità della propria acqua. Se anche uno solo dei parametri è al di fuori del limite prefissato dalla legge, infatti, l’acqua perde il riconoscimento da parte del Ministero e deve essere ritirata dalla vendita. Di conseguenza ad oggi in Italia, l’acqua, è sicuramente uno dei prodotti più sicuri che vi siano.
Anche l’acqua filtrata nelle attività pubbliche viene controllata, anche se frequenza e parametri non sono poi così rigidi. L’acqua erogata dagli apparecchi di trattamento appositi, installate nei servizi pubblici e nelle case dell’acqua, è sottoposta all’analisi da parte dell’Autorità Sanitaria statale, cioè l’ASL, ma la norma non stabilisce la precisa frequenza con cui devono essere effettuati i controlli, di conseguenza potrebbero anche essere molto distanti l’uno dall’altro. Il proprietario del macchinario, a sua discrezione, può certamente procedere a controllare l’acqua che eroga, affidandosi a laboratori esterni a sue spese o utilizzando degli appositi kit per il controllo dell’acqua che ci sono in commercio, che tuttavia fanno solo un esame parziale di certi parametri chimici.
L’analisi effettuata sulle acque filtrate quindi non è affatto completa, anche se il proprietario deve garantire la sicurezza igienica dell’acqua filtrata e rischia altrimenti di incorrere in sanzioni pecuniarie o peggio al ritiro dell’abilitazione. Il servizio pubblico deve garantire la corretta gestione dell’apparecchio e la sua manutenzione secondo le indicazioni che gli vengono fornite dall’azienda produttrice, per essere certo di fronte alla legge di avere un acqua che soddisfi i requisiti igienici standard.
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