Da dove viene l’olio di tea tree e che caratteristiche ha la pianta da cui si estrae.
Perché si chiama così.
James Cook è l’esploratore che per primo si è addentrato nel continente Australiano ed è venuto a contatto con le popolazioni aborigene che abitavano questi territori. Gli aborigeni utilizzavano già dall’antichità questa pianta che era nota come il guaritore più versatile della natura, poiché aveva e ha tutt’oggi moltissimi utilizzi. Le popolazioni aborigene usavano mettere a macerare le foglie di tea tree per ottenere un preparato curativo. James Cook notò che da questa pianta si poteva ottenere una bevanda simile al the ed ecco il motivo del suo nome, nonostante non c’entra nulla con il the. Il suo nome scientifico Malaleuca, invece, deriva dal greco mèlas – anos, cioè nero, e lukos che significa bianco. L’olio essenziale di tea tree può essere utilizzato contro le scottature, le abrasioni, le punture d’insetto, le ferite etc.
Come si presenta.
La pianta del the o tea è un arbusto che appartiene alla famiglia delle Mirtacee e si presenta con una corteggia di colore chiaro e foglie di un verde molto scuro. Le foglie da raccogliere per estrarre l’olio essenziale sono lineari e un po’ a punta, spesse appena un millimetro e lunghe appena qualche centimetro. I suoi fiori sono bianchi e a grappoli lunghi circa 5 centimetri. I suoi frutti, invece, si presentano piccoli, legnosi e forma di coppa con un diametro di pochi millimetri.
Dove cresce.
La pianta la Malaleuca è autoctone dell’Australia e cresce principalmente nelle zone paludose e sui ruscelli lungo la costa settentrionali nel Nuovo Galles del Sud. È importante che la raccolta delle foglie da cui estrarre l’olio essenziale sia fatta in queste zone, altrimenti il tea tree oil non conterrà i principi attivi sufficientemente per promuovere le sue azioni benefiche.
Sul portale web teatreeoil.it puoi trovare tutto in merito al tea tree oil: la sua origine, i suoi principi attivi, le sue proprietà benefiche e i diversi modi di utilizzo per ottenerne il meglio.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo